I brand capaci di gestire il timone del nuovo corso delle cose tracceranno le nuove rotte.

All’alba della Fase2* ci chiediamo se la comunicazione ha bisogno di rivalutare il rapporto marca/consumatore.

Argomento complesso e sfaccettato per affrontarlo in poche righe, una questione che però su un punto non lascia dubbi: non rinunciare mai alla rilevanza e al senso.

Mi spiego. Ciò che stiamo vivendo non ha precedenti, nessuno di noi era preparato a niente del genere. In questi ormai interminabili mesi, abbiamo visto sui social un errore comune a tante marche: infilare uno dopo l’altro una serie di aforismi e banalità, conditi da troppa retorica, con la presunzione di voler passare a tutti i costi per “saggi illuminati”. Appare invece evidente che stanno emergendo nuovi bisogni e differenti rapporti sia tra le persone, sia tra i brand e le persone, le maglie sociali stanno cambiando insieme ai linguaggi e alle priorità, mentre i concept commerciali lasciano spazio a messaggi di rilevanza sociale, inclusiva e collettiva.
Il coinvolgimento emotivo fa da perno ed il senso di appartenenza assume un ruolo dominante.

In questo nuovo scenario, per quelle marche che sono nella condizione di governare la rotta del cambiamento, emergono nuove opportunità da cavalcare. Poche le regole sostanziali da seguire, vediamole insieme.

Come comportarsi per fronteggiare questo tipo di crisi?

Fluidità.
Già da prima di questa emergenza globale stavamo assistendo alla grande trasformazione del linguaggio di quei brand che mostrano una crescente attenzione alla reputation, a discapito della semplice quanto anacronistica notorietà.

Euritmia.
Il coinvolgimento emotivo avrà un valore sempre più centrale nella comunicazione. Sta già accadendo. I brand che sono in grado di gestire il timone del nuovo corso delle cose tracceranno le nuove rotte, nuovi livelli di comunicazione, traiettorie che mirano di più all’empatia e ai valori sociali. Tranquilli, la ricaduta sulle vendite passerà in secondo ordine, ma avverrà, grazie a una naturale armonizzazione con le “persone”.

Occhio!
Presto o tardi accadrà, ci sarà un dopo-crisi, quando questo avverrà ogni brand farà i conti con le tracce di sé che ha lasciato in questi duri mesi-anni, con la bolla di valori che avrà creato attorno a sé, ma attenzione… senza una onesta trasparenza la sfera di valori si affloscerà come un pallone bucato.

* 2020 – Lockdown da pandemia Covid-19

Simone d’Aillencourt Paris Bubble Moda anni ’60

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Emergenza cambiamento 10di30 correva l'anno 2012